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LUIGI MANDOLITI  
  Su Marco Fregni, Dialoghi con il padre, Edizioni del Laboratorio, Modena 2007  
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La Rivista di poesia Steve, pubblicata a Modena dalle “Edizioni del laboratorio”, annovera tra i suoi collaboratori due interessanti poeti, Marco Fregni e Fabio De Santis. I libri qui presi in esame ne danno adeguata testimonianza. Il primo, che è anche un socio fondatore del Laboratorio di Poesia di Modena, ha al suo attivo varie raccolte, mentre il secondo è al suo primo libro. Intensa e delicata appare la trama di Dialoghi con il padre. Fregni vi intesse, in testi soffusi di luce serale, tenue, attraversati da un ritmo appena percettibile (di tono medio, si direbbe quasi purgatoriale), una riflessione silenziosa attorno alla figura scomparsa del padre, nel mesto tentativo di consegnarne alla storia la dimensione umana, il peso specifico del passaggio terrestre. La poesia, via maestra di questa riflessione, quasi assume la funzione di una sorta di regia filmica (o comunque fotografica), incaricata com’è dall’autore di restituire nella trama del presente, dallo sfoglio d’un vecchio album di immagini d’un uomo che fu padre, fu centro di relazioni, fu attraversamento di terre, paesi, città, l’immagine più significativa, più viva di questo attraversamento. Un compito arduo, certamente, che inevitabili risonanze personali, soggettive (appartenenti in modo inconfondibile alla relazione tra padre e figlio), rendono di non facile o immediata percezione. Ma viene da pensare che la difficoltà del lettore è in buona misura oggettiva, in fondo paragonabile a quella degli allievi del professor Keating nel film L’attimo fuggente: là dove, in una memorabile scena, gli stessi vengono esortati al vertiginoso compito di cogliere, da una serie di vecchie fotografie appese al muro, una sorta di voce misteriosa, l’eco indefinita d’una parola, il richiamo sussurrato d’una indeterminata emanazione delle immagini, per sempre fissata nei tratti unici e nell’atteggiamento irripetibile delle figure. Appunto la vertigine, per lo stesso autore non sempre vivibile fino in fondo (Di / te / oggi / ali / minime / lucciole / evase / dalle regioni / dei morti / lontane / puntiformi / inafferrabili) dell’esercizio interpretativo d’una vita, del destino unico e singolare che sottende una vita, è ciò che ci offre Marco Fregni col suo Dialoghi col padre.

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